“La casa è circondata da ogni lato dal deserto…
Siamo venuti qui, in mezzo al nulla, in questa desolazione,
perché soltanto qui (mio padre) poteva permettersi
una casa con il cortile abbastanza grande per il campo da tennis”
da “Open”, autobiografia del campione di tennis Andre Agassi
La crisi dev’essere proprio grave, se gli italiani hanno smesso di comprare casa.
È noto che l’Italia è un Paese di proprietari: la stragrande maggioranza (oltre l’80%) delle famiglie italiane ne possiede una.
Forse è proprio questa, una delle cause del mercato immobiliare stagnante: oggi acquistano solo le persone che ne hanno un forte bisogno, mentre chi ha in mente di cambiare per migliorare resta alla finestra. Della casa che ha già.
Le ragioni della crisi sono diverse.
Prima di tutto l’incerta situazione lavorativa di tutti, che spinge alla prudenza.
Inoltre, chi potrebbe permettersi l’acquisto è convinto che i prezzi possano ancora scendere e quindi teme che l’investimento possa non essere vantaggioso, che si possa acquistare meglio in futuro.
C’è poi la difficoltà e onerosità a ottenere i mutui dalle banche, in un clima di sfiducia generale.
Tutto questo ha fatto calare i prezzi in modo consistente, e c’è chi pensa che forse questo è il momento di comprare.
Ma è proprio vero?
L’investimento nella casa, soprattutto di abitazione, resta tra i più sicuri. Certo, dipende da che cosa si acquista e a quale prezzo.
Preoccupa che oggi si scelga soprattutto in base alla percentuale di sconto applicata.
Come in altri settori, anche in quello immobiliare si sta pagando l’uso scriteriato della leva del prezzo: sembra che spendere poco sia la cosa importante, invece lo sconto non può essere l’unico parametro per decidere un acquisto, men che meno nel settore delle costruzioni.
Per decidere se acquistare o no un immobile, una buona strategia è proiettarsi col pensiero a quando lo si rivenderà (anche quando si ha in mente di farlo mai): aiuta a non scegliere in base a impulsi emotivi, alla frenesia di non lasciarsi sfuggire “un’occasione”.
Dobbiamo pensare alle caratteristiche oggettive della casa, che ci permetteranno in futuro di mantenere o incrementare il valore dell’investimento.
Se la casa che acquistiamo non ha punti di forza, nessuno sconto potrà metterci al riparo di svalutazioni future.
Tra le caratteristiche da prendere in considerazione, la “posizione” è fondamentale.
Se l’immobile è un punto “strategico”, manterrà più facilmente la sua quotazione nel tempo, a patto però che si faccia una riflessione.
Perché abbia valore, la posizione della casa deve avere caratteristiche che siano giudicate positive da una larga fascia di mercato, come ad esempio la vicinanza ai trasporti pubblici o alle scuole, la viabilità e la presenza di servizi.
Se invece il criterio di scelta della posizione è personale, come nel caso del padre di Agassi, non avrà impatto sul valore della casa, perché i potenziali acquirenti con quel particolare interesse sarebbero pochi.
Questo non significa che bisogna scegliere per forza in base alle possibilità di mantenere il valore dell’investimento, però: abitare vicino ai propri genitori o al luogo di lavoro, ad esempio, può avere un forte impatto positivo sulla qualità della vita, sapendo nel contempo che per i futuri acquirenti quella posizione potrebbe non essere un punto di forza.
Essenziale, poi, è la classe energetica, sia per ragioni di risparmio sia perché, tra pochi anni, potrebbe diventare complicato vendere una casa che non sia stata costruita con criteri di sostenibilità ambientale.
Il tema del risparmio energetico, richiama quello dei costi di gestione in generale e di quelli condominiali in particolare, tutti elementi che possono avere un impatto importante nella valutazione dell’investimento nel tempo.
Naturalmente la qualità costruttiva è fondamentale e, visto che non è sempre possibile conoscere i dettagli della costruzione, diviene importante la solidità e la fama della Società costruttrice.
Spesso, prima di fare un acquisto importante come ad esempio un computer, ci informiamo a lungo sulle caratteristiche: a maggior ragione bisogna andare a fondo degli aspetti costruttivi, magari con l’aiuto di un esperto.
Si deve sapere che la normativa consente di raggiungere la classe A in diversi modi: capire quali accorgimenti si sono adottati per raggiungere la classificazione, ci dice molto sull’approccio del costruttore.
Infine, un fattore rilevante è il progetto, inteso sia come qualità esterne (facciata e coerenza dell’immobile con le altre case già esistenti) sia come distribuzione degli spazi negli appartamenti, che devono essere razionali e senza sprechi di spazio.
Chi decide di comprare casa in questo periodo può ottenere molto in fase di trattativa.
Senza scordare che lo sconto non è tutto.